Vedo connessioni.
È una qualità che pochi notano, ma che cambia tutto.
Sono seduto al bar.
Sto per prendere il terzo caffè del mattino.
Due uomini parlano, ma non tra loro. Conosco entrambi, ma loro non si conoscono.
Uno è un imprenditore, so che ha un’idea brillante ma non sa come realizzarla.
L’altro è un tecnico, ha le competenze giuste ma non sa dove applicarle.
Sono a pochi metri di distanza, due strade parallele che non si incrociano.
So che dovrebbero parlarsi.
So cosa potrebbe nascere.
Mi alzo, faccio due passi, dico una frase all’uno, poi all’altro.
Poche parole, il giusto aggancio.
Li presento.
Li vedo osservarsi, incuriosirsi.
Cinque minuti dopo sono insieme a un tavolo.
Li saluto, mi potrei intrattenere ma ho un impegno già in agenda.
Il mondo è pieno di fili invisibili.
Strade che potrebbero incrociarsi e non lo fanno.
Idee che restano sospese.
Connessioni che nessuno vede.
I connettori vedono oltre, anticipano, accelerano.
Guardo la scena dalla vetrina, li vedo discutere, gesticolare, annuire.
So che può succedere qualcosa.
Non serve aggiungere altro.