E' da stamattina che ci penso ... ma non mi viene proprio in mente qual era il titolo del tema che ho svolto alla maturità.
Buio totale ... ricordo solo che non fui brillantissimo.
In compenso mi ricordo il titolo di un altro tema fatto 4 anni prima della maturità e neanche lì fui particolarmente brillante.
Ci venne dato un tema in prima liceo dal titolo
“Mi guardo allo specchio e … “
Un titolo bello, forte, ispirante che immaginavo di svolgere bene e in modo facile.
Non andò esattamente così : presi dal 3 al 4, perché nonostante il contenuto che poteva starci commisi degli errori di sintassi e ortografia grossolani 'da far accapponare la pelle' come mi disse la professoressa.
Aveva ragione la prof intendiamoci e fu a mio avviso anche delicata, quel voto mi frenò molto … i temi successivi, spaventato, li scrissi in modo molto “politically correct”, così li definirei.
Scrivevo il giusto e l’onesto senza spingermi troppo oltre con il timore di rivedermi un altro voto “ammazza-stima” sul foglio di protocollo.
Più volte mi è capitato di riflettere su quel tema, su quel titolo : come avrei potuto scriverlo meglio? Come lo scriverei oggi ?
Come descriverei oggi quel riflesso che conosco solo io?
“Riflesso” : un termine così luminoso per descrivere un concetto tanto intimo e profondo.
Come raccontare quei segni di pubertà ieri e quelle piccole rughe sotto gli occhi oggi ?
Come spiegare il perché di quell’abbigliamento e giudicare questi primi capelli bianchi ?
Quante volte capita di sbagliare e rimanere paralizzati nel ricordo di quell’errore? ... a volte singolo.
Avrei dovuto riscriverlo anni fa così da chiudere una parentesi e andare avanti a fare qualcosa che sentivo e che ancora non sapevo di amare.
A chi appartiene quel ritratto ?
E’ la parte più profonda e vera che mi interessa catturare, al di là delle maschere che ci troviamo ad indossare.
“Mi guardo allo specchio e … “ vedo quel ragazzino titubante con una penna in mano tremante all’idea di scrivere qualcosa che lo porti fuori tema, fuori strada.
Vedo paura mischiata al desiderio di coraggio che si danno battaglia in un corpo una volta giovane e magro.
A quel ragazzino che intravedo in lontananza nei miei occhi direi :
“Non avere paura di sbagliare … se devi sbagliare … sbaglia più forte” "