“Eppure io qua non c’entro nulla”
Fa riflettere come ci siano parole che a distanza di anni siano rimaste appiccicate da qualche parte nel cervello.
Forse la frase era stata formulata in modo più volgare ma deve essere che la memoria con il passare del tempo renda più aggraziate anche le espressioni di un ventenne di certo non appartenente all'Accademia della Crusca.
E fa riflettere anche che mi ricordi esattamente quando le sentii formarsi dentro di me come un bisbiglio.
Capitò una mattina di inizio primavera, una mattina soleggiata e fresca come quella appena trascorsa, dopo circa 6 mesi dall’iscrizione al primo anno di Giurisprudenza.
Ero seduto nella quart’ultima fila dell’aula del 400 durante la lezione di Economia Politica.
Prendevo appunti di Macroeconomia cominciai a tenere con fatica la penna in mano quando un senso di vuoto mi sorprese e le parole dette dal professore divennero improvvisamente lontane, molto lontane.
Mi sentivo sconnesso con quello che mi circondava.
Il corpo sa essere un ottimo alleato nell’avvertire i disagi più profondi.
A volte manifesta in superficie ciò che avviene nelle viscere.
Fulminee, chiare e potenti salirono dallo stomaco e si impressero come un marchio a fuoco nell’animo : “Eppure io qua non c’entro nulla”
Dovetti uscire a prendere una boccata di ossigeno.
Pensavo che l’aria nei polmoni e il sole in faccia mi rinsavissero e mi facessero tornare al posto, ma non fu così.
Non ci misi più piede.
Abbandonai così il percorso formativo ufficiale cercai la mia strada e diventai un venditore ma non smisi mai di leggere, studiare, aggiornarmi e documentarmi sui temi che mi interessavano.
Commetto quotidianamente tanti errori, però cerco di non commetterne uno : tirare in lungo a prendere decisioni.
Il tempo è un fattore troppo importante nelle nostre vite.
Non si può posticipare a lungo la scelta di chi si vuole essere.
Testardaggine e coraggio non sono da confondere.
Nel loro dna c’è scritto la loro essenza. La prima è partorita dalla testa … la seconda dal cuore.
A volte si continua a camminare su strade che non ci appartengono pur di non ammettere di aver sbagliato l’iniziale direzione o per timore di riconoscere di aver investito tanto tempo ed energia in progetti che non portano frutto e così si continua a testa bassa a mettere un piede davanti all’altro, perdendo la risorsa più preziosa : il tempo.
Testardaggine non è sempre sinonimo di determinazione.
Il coraggio è quella forza che viene dal cuore e si attiva solo se si è connessi profondamente allo scopo.
Se la connessione manca è difficile attingere al coraggio.
Mi è capitato di rimettere piede in aule universitarie di facoltà di Economia, di Management o di Comunicazione davanti a studenti seduti ad ascoltare cosa avevo fatto del mio tempo negli ultimi anni, seduti come seduto lo ero io più di vent’anni fa.
Che strana è la vita, che giri strani ci fa fare, come fosse una ruota impazzita chiude parentesi e ne apre di nuove.
Se uno di questi studenti ascoltandomi si fosse alzato per andare a prendere una boccata d’aria avrei sicuramente sorriso e capito, ma lo avrei anche preso da parte suggerendogli di tornare"