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Il Giorno Del Pugile

Non so voi … ma io non ho ancora trovato il metodo di gestione del tempo definitivo.

“The Ultimate Time Management Book” da aprire e adoperare ogni singolo giorno della mia esistenza.

Ne ho provati diversi di metodi: dal “Getting Things Done” di Allen al “Priority First” di Covey, dal separare le cose importanti da quelle urgenti all’utilizzare i più disparati strumenti di gestione di ore-giorni-settimane-lustri.

Essere in equilibrio è la sfida di tutti i giorni e riconoscere che sia qualcosa di dinamico mai uguale a se stesso può essere un modo per affrontare il tema. 

A volte i manuali di gestione del tempo sono strutturati per una certa categoria di professionisti e chi li scrive li sviluppa sulla propria ‘daily routine professionale’.

Sono giunto alla mia personale opinione che non esista il Sacro Graal della gestione del tempo, ci sono troppi fattori da considerare, troppi imprevisti che possono ribaltare le situazioni in un batter di ciglia, troppe diversità di vite su cui riflettere.

Esiste però la capacità di dare significato al proprio tempo, di darsi una parvenza di organizzazione personale, di capire che ci sono giorni da affrontare come un pompiere vigile a domare incendi, altri come Dybala a creare soluzioni e segnare, altri da contabile, altri ancora come Finti Briatori in vacanza.

Volevo condividere un metodo, se così si può definire, che ho cominciato ad usare in un momento particolarmente stressante e di forte pressione operativa ed emotiva.

L’ho definito “il giorno del pugile”.

Avete presente quei giorni dove sapete che sono in arrivo pugni e botte?

Se non lo avete presente ben per voi vuol dire che non li avete vissuti.

Nel caso dovessero giungere l’invito è quello di mettersi nei panni di un boxeur.

Schivare i colpi, affondare quando è possibile e soprattutto dividere la giornata in round.

Il rischio quando si prendono colpi ( in breve quando si è sotto forte stress operativo ) è di sentirsi travolti.

Dico sentirsi perché, analizzando, il più della volte è una sensazione quella di essere sopraffatti dagli eventi più che un dato di fatto. Ma è una sensazione negativa che ci può fare andare in apnea e perdere lucidità ed efficacia operativa.

Se sei sotto i colpi dell’avversario non vedi l’ora che suoni la campanella per interrompere la forza dirompente di ganci e montanti.

Così mi punto la sveglia ogni ora. 

Da quando inizio la giornata lavorativa fino a sera. 8-9-10-11-12 etc  

Ogni ora la campanella suona e mi dà la possibilità qualsiasi cosa stia facendo di riprendere il mio tempo … di respirare, di fare uscire i “secondi” e di riordinare le idee: riguardando l’agenda, rivedendo gli obiettivi giornalieri e riflettendo su quanto manca al loro raggiungimento, modificando il piano di azione se necessario e limitando mentalmente le ferite all’occhio o quel jab ricevuto al mento.

Una breve sosta al bordo del ring quotidiano per riprendere fiato, ritornare a sentirsi nel proprio tempo e non gettare la spugna.

Con me funziona … magari funziona anche per qualche altro pugile.

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