Lo scrittore inglese Horace Walpole coniò il termine serendipity per indicare una scoperta non intenzionale, fatta per caso.
Usò questa parola in una sua lettera del 1754 in cui diceva che gli era venuta in mente leggendo una favola intitolata 'I tre principi di Serendippo' che, durante i loro viaggi, continuavano a scoprire cose di valore che non andavano cercando.
In medicina la scoperta della penicillina è considerata un esempio di serendipità ed è dovuta allo scienziato scozzese Fleming.
Individuò la penicillina per caso nel 1928. Mentre lavorava ad un esperimento scoprì qualcosa che con l'iniziale obiettivo dell'esperimento non aveva molto a che fare.
La serendipità è quell'atteggiamento di attenta inconsapevolezza o di disattenta presenza nel vivere un'esperienza.
Intuizione e conoscenza si prendono a braccetto per divenire sensibili a vie non tracciate.
Immagino il viaggio di un imprenditore come una strada da percorrere con due trolley.
Un trolley contenente numeri, dati, statistiche e raziocinio e l'altra piena di pensieri, parole e idee e immaginazione.
Trovare il giusto equilibrio dei pesi di questi due trolley permette di godersi meglio il viaggio e di lasciare il tempo alla serendipità insita in ciascun percorso.