Avevo circa 20 anni quando lessi "I Persuasori Occulti". Un libro scritto nel 1957 da Vance Packard, quarantaquattrenne (aveva la mia età attuale) insegnante di giornalismo all'Università di New York.
Un libro in cui si rivelava al grande pubblico l'alleanza sempre più stretta tra analisi e pubblicità e la conseguente subdola, ma scientifica minaccia alla libertà d'opinione su qualsiasi argomento.
Pagine in cui Packard sottolineava il controllo che le multinazionali di allora, attraverso i loro brand, volevano esercitare sulle menti dei possibili consumatori attraverso il mezzo che stava entrando in tutte le case del mondo : la TV.
Inutile dire che venne arruolato nella schiera dei più grandi allarmisti. Ancora oggi, a tanti anni di distanza, I persuasori occulti è un testo attuale e fastidioso con cui fare i conti. Perché diverse previsioni si sono avverate. Perché gli strumenti rimangono tali ma sono le intenzioni che li trasformano in canali positivi o negativi.
I Brand sono questo : persuasori occulti .
Lavorano a un livello più profondo, si attaccano al cervello, fanno scattare connessioni di idee, coinvolgono i sensi, promettono cose.
Convincono senza che tu te ne accorga e non si vendono ... sei tu che li acquisti.