Camminiamo sul Karlov Mostov, io e mio figlio, sotto le prime luci della sera.
Le finestre illuminate dei palazzi vicini invitano a lanciare uno sguardo fugace all'interno: scorci di vite che non ci appartengono, momenti che galleggiano silenziosi nell'aria fresca di Praga.
Un uomo, solo al tavolo, la testa china sul PC. Qualche finestra più avanti, una famiglia cena insieme. Le chiacchiere, gli sguardi, le gesta ripetute che si perdono nei riflessi del fiume.
Ogni finestra è un racconto che non ascolteremo mai.
La luce che esce, gli oggetti intravisti, sono segreti trattenuti a metà.
Passiamo oltre, con quella sensazione di infinite possibilità che le vite e gli spazi degli altri sono.
La sera avvolge il ponte e le ombre si allungano, silenziose come noi.