Il lunedì è uno stato d’animo.
Dovevo trovare dei giovani da inserire temporaneamente per un’azienda cliente, con l'idea che, se tutto fosse andato bene, avremmo potuto valutare un’assunzione a lungo termine.
Niente di epico, non stavamo cercando il nuovo CEO, però era un'ottima opportunità per i ragazzi di fare esperienza e per l'azienda di scoprire potenziali talenti o persone da integrare stabilmente nel team.
Tra i vari candidati, un giorno si presentò una ragazza con un curriculum che non urlava al miracolo, ma comunque interessante.
Aveva i requisiti giusti.
La vedo entrare, si accomoda, sistema la sedia, appoggia la borsa sulla scrivania (segnale già preoccupante), e le faccio la più fatidica delle domande da porre durante un colloquio di lavoro, ma forse anche la più fatidica tra le domande esistenziali: "Come stai?"
Mi guarda sorpresa e spiazzata, e mi risponde con un’espressione in cerca di complicità, come se fossimo vecchi amici, come se condividessimo lo stesso pesante segreto.
Sospira profondamente e dice pesantemente: "È lunedì…".
Due parole, e in quelle due parole c’era tutto: rassegnazione, stanchezza, demotivazione e un sottotesto che diceva chiaramente che sarebbe voluta essere ovunque tranne che lì, seduta di fronte a me per un colloquio.
L’atmosfera si raffreddò immediatamente. Il colloquio durò pochi minuti: proseguii per educazione, ma la decisione era già presa.
Non è quasi mai una questione di competenze o di esperienza, ma di atteggiamento e motivazione. Se stai cercando una collocazione nel mondo del lavoro, non puoi permetterti di approcciare un'opportunità con tale pressapochismo, soprattutto se non sei l'unico a candidarsi e se la tua prima risposta tradisce una scarsa scaltrezza.
La prima impressione conta, e tanto.
Se il giorno del colloquio ti senti troppo “lunedì” dentro, forse è meglio chiedere di spostare l'appuntamento se possibile.
Magari avvicinandolo a un "venerdì" dell'animo, quando l'umore è più leggero e più positivo, o semplicemente fingere che sia "venerdì" anche quando è solo "lunedì".
Chi è seduto dall'altra parte della scrivania, percepisce immediatamente quanto “lunedì” hai dentro.
Se lo porti con te, rischi di chiudere quella porta prima ancora che tu abbia la possibilità di dimostrare chi sei davvero.
"Lunedì" non è solo un giorno, è lo stato mentale che determina l’approccio a ciò che la vita ti presenta.