Monet è uno dei miei artisti preferiti.
Lo affiancano il pittore tedesco esponente dell'arte romantica Caspar David Friedrich e l'action painter astratto Jackson Pollock.
Tre stili completamente diversi di intendere l'arte per leggere e interpretare la realtà.
Con il dipinto "Impressione, levar del sole" Monet diede vita al movimento che riprende il titolo dell'opera: l'Impressionismo.
Il capolavoro è esposto al Musée Marmottan Monet di Parigi.
Alcuni dei dipinti che hanno trovato la loro dimora nel museo parigino sono i protagonisti di una mostra ospitata presso la Sala delle Munizioni del Palazzo Ducale di Genova che ho avuto il piacere di visitare.
I quadri di Monet sono delle impressioni, modulate dalle sensazioni ed emozioni del pittore, riportavano la loro percezione delle cose . Punto cardine dell'arte impressionista è la pittura “en plein air” (all'aria aperta).
Monet abbandonò il chiuso degli atelier per dipingere la realtà “dal vivo” e cogliere così l'infinita varietà della sfumature che compongono i colori.
Dei quadri di Monet ciò che stupisce è la differenza di percezione che si ha nell'ammirarli a seconda della distanza da essi.
Se li si guarda da vicino si verrà colpiti dalle pennellate-virgola, tratto distintivo degli impressionisti.
Si tratta di pennellate a volte dissociate tra loro, grumi di pittura apparentemente confuse e indefinite.
Solo se ci si allontana, l'occhio riesce a cogliere una visione d'insieme che regala forme, profondità e prospettive differenti.
Succede anche nella vita di tutti i giorni.
Quando siamo troppo vicini a ciò che ci sta accadendo, non riusciamo a mettere a fuoco la realtà della situazione nella sua interezza, ci concentriamo sui dettagli emotivi, su parti singole dimenticando di collegarle al resto.
Un modo per vedere l'insieme è fare qualche passo indietro, distaccarci e cogliere un più ampio spettro delle cose.
C'è bisogno di creare ... distanza.