Sentirsi costretto in un abito che non è tuo.
Sì la definirei così quella sensazione.
Quando ti ostini ad essere e fare ciò che con la tua natura c'entra davvero poco.
Pantaloni troppo corti per il cuore e maglione troppo lungo per il cervello, e quelle scarpe che a furia di indossarle ti hanno riempito di vesciche l'anima.
A volte ci si muove come dei Gulliver all'interno dei propri mondi troppo stretti altre ci si sente un puntino di sabbia dentro ad un deserto senza confini.
Questo continuo altalenare tra opposte sensazioni costruisce il nostro equilibrio danzante, il pendolo di Foucault delle nostre esistenze.
Una bilancia tra ciò che hai e ciò che ti manca, tra ciò che sei e ciò che vorresti essere o che stai divenendo.
Vestiti troppo fuori misura per riparare nature mutanti, una dieta a fisarmonica che ti fa prendere e perdere chili facendo impazzire il guardaroba dell'anima.
Cambiare è la costante che non cambierà mai.
Mutare per rivelare sempre più in profondità la propria essenza dove scovare il proprio inchiostro interiore e scrivere e riscrivere la propria infinita Storia.
In realtà non si cambia ... ci si rivela sempre di più"