“No, così non va …” erano queste le parole che mi giravano in testa.
Parole testimoni di una sensazione che dentro galleggiava indefinita.
Arrestai la corsa con il fiato spezzato e i polmoni pesanti.
Era un tardo pomeriggio di ottobre e non faceva freddo … fuori … ma dentro avevo il gelo.
Mi fermai per qualche minuto con il respiro affannoso, con le mani sulle ginocchia e gli occhi fissi sul nulla, quello che mi mancava non era ossigeno … mi mancava una visione, una vera meta a cui dedicare me stesso e a cui correre incontro.
Mi guardai attorno : c’erano alberi, prati, qualche rivolo d’acqua, insomma quell’angolo di mondo che conoscevo bene perché quando correvo facevo sempre lo stesso giro.
Mi trovavo a qualche centinaia di metri da casa e alla stessa distanza dall’obiettivo della mia corsa ... la sponda del fiume.
Conoscevo bene quell’angolo di mondo, ma era diventato all’improvviso troppo stretto.
In me lottavano due forze : tornare camminando a casa riflettendo su quel malessere e la volontà di arrivare fino in fondo anche se con pochissima motivazione.
Feci una cosa nuova … decisi di raggiungere l’obiettivo ... ma tagliando per i campi, cambiando strada.
Abbandonai la via sterrata e corsi in mezzo al fango e, nonostante la fatica, mi accorsi che quello stesso angolo di mondo cominciava a presentarmi prospettive e orizzonti diversi e nonostante la fatica o forse grazie ad essa mi alleggerivo di quelle zavorre che i nostri pensieri sanno essere.
Deve essere stato proprio in quel momento che interiormente e silenziosamente decisi di abbandonare il lavoro che non sentivo più mio per percorrere un altro destino, per incontrare la stessa motivazione che provai correndo con il fango alle caviglie.
Non mi spaventava la fatica o il cambiamento … fanno parte del gioco … mi spaventava non capire che cosa volere, non avere chiarezza dentro quando mi domandavo “cosa voglio fare nella vita con il tempo che mi è stato concesso ?”
I pensieri probabilmente vanno allenati come qualsiasi altra capacità o muscolo del nostro corpo.
Fare una cosa nuova al giorno … fosse anche girare lo zucchero nella tazzina del caffè con la mano sinistra invece che con la destra per fare in modo di uscire dal labirinto delle abitudini e dei pensieri condizionati.
Quel nuovo percorso nel fango lo feci fuori e dentro di me.
E ora quando all’orizzonte del mio animo vedo avvicinarsi quella stessa sensazione accompagnata dalle parole “No, così non va …” mi allaccio le scarpe ed esco … cercando nuovi campi da percorrere."