Il "biker wave” è il saluto tra motociclistici: è un gesto di riconoscimento che vede i motociclisti salutarsi con un cenno della mano sinistra quando si incrociano.
E’ un segno di complicità, di rispetto e di appartenenza alla comunità.
Quando ripresi ad andare in moto qualche anno fa ero così entusiasta ed inclusivo che alzavo l’indice e il medio in segno di saluto anche a chi andava in monopattino e ai gatti che attraversavano la strada.
Una volta parcheggiata la moto in garage dovevo controllarmi per non andare avanti a sparare saluti manuali a destra e manca come Tic Willer, fratello con contrazioni muscolari di Tex.
Qualche giorno fa nella tratta tra Milano e Pavia mi sono trovato in auto per qualche chilometro a guidare dietro ad un motociclista.
Era composto, per nulla spericolato e ogni volta che incrociava o veniva superato da un altro motociclista, levava la mano sinistra dal manubrio e salutava il suo pari.
Ma immancabilmente veniva ignorato...
Più veniva ignorato più salutava con convinzione … poneva la mano a mezza altezza con due dita rigide a sfidare il vento... ma nulla … nessun altro centauro lo ricambiava.
Fino a quando, dopo più di una decina di motociclisti ineducati, ecco l’agognato riconoscimento da parte di un dirimpettaio su due ruote.
Volevo suonare il clacson per festeggiare insieme a lui e lo immaginavo canticchiare a casco chiuso e a squarciagola la canzone del mio concittadino Max Pezzali:
“ … Da lontano un'altra moto
Sta venendo verso me Alza il braccio, fa un saluto Che bello è … “
L’abnegazione del mio nuovo amico su due ruote e le deludenti risposte provenienti in senso opposto mi hanno fatto riflettere su ciò che mi capita spesso di osservare nelle aziende che mi ingaggiano per portare ordine, organizzazione e risultati.
Il 'motociclista entusiasta ignorato' equivale a quella nuova risorsa o figura inserita all’interno di un gruppo di lavoro, già collaudato, che trova difficoltà ad integrarsi.
Si trova a cercare supporto, “consenso” di appartenenza, simpatia ed empatia ma non viene cagat* e - se scomoda per qualcuno - viene osteggiata.
Se vogliamo stare all'interno della metafora è come se il motociclista salutato rispondesse con il solo dito medio al nostro cenno di intesa.
Le persone che ostacolano l’integrazione sul posto di lavoro solitamente sono le più ignoranti e deboli di carattere del gruppo.
Ignorano la funzione del nuovo arrivato e del valore aggiunto che può apportare in termini di conoscenza, competenza ed esperienza a volte, energia e freschezza in altre.
Abitualmente chi resiste alla novità nello schieramento in campo della squadra di lavoro non fa fluire informazioni e know-how e strozza il gioco, non agevola ed è profondamente timoroso dei cambiamenti.
Ha paura, si sente minacciato e si difende escludendo
... capita nelle aziende capita nella vita.
Chi si deve integrare faccia come il mio amico biker, saluti più forte e sempre più convinto.