La “ regola del 3 ” è un artificio oratorio basilare nelle tecniche di public speaking.
“ La regola del 3 ” nasce e si sviluppa come cifra stilistica all’interno della gamma di espedienti tecnici della formazione oratoria.
Si può suddividere il discorso in tre parti essenziali, in tre punti, in tre concetti di fondo.
I primi due avranno una funzione meramente preparatoria;
La carica emotiva o l’accento cade sempre sul terzo punto, che ne costituisce il fulcro vero del discorso, il centro gravitazionale a cui si era progettato di giungere sin dall’inizio.
Strutturalmente è simile ai tre postulati della dialettica hegeliana:
- tesi,
- antitesi,
- sintesi
In realtà “ la regola del tre ” è più un principio che permette la memorizzazione di un messaggio in modo rapido. ma funziona a patto di una buona gestione delle pause.
La pausa, infatti, aiuta a fissare meglio i contenuti appena presentati e gioca un ruolo fondamentale nella creazione dell’effetto sorpresa che il terzo punto produce nei confronti dei primi due.
Due elementi simili seguiti da un elemento totalmente estraneo, imprevisto.
Ed in effetti è proprio il meccanismo con cui si costruiscono gli spettacoli di improvvisazione
Il terzo elemento, ciò che in genere vuole essere la battuta, cioè il primo che viene in mente, viene logicamente collocato alla fine di una triade per cui occorre subito pensare agli altri due di “appoggio”.
Non sottovalutare l’importanza di sorprendere il pubblico è l’approccio corretto per mettere in pratica “ la regola del tre ”.
Ecco alcuni esempi:Padre, Figlio e Spirito Santo.
- Sesso, droga e rock’n roll.
- Hip hip hurrah!
- Pronti, partenza, via!
- Lacrime, sudore e sangue (Churchill)
- Veni, vidi, vici (Caio Giulio Cesare)
La frase latina, Omne trium perfectum: tutto ciò che arriva a tre è perfetto
Come suggerisce il nome stesso la Regola del Tre utilizza lo schema del tre. La ripetizione del numero tre non solo dà una sensazione soddisfacente, ma la ricerca mostra che le informazioni presentate in uno schema hanno maggiori probabilità di essere assorbite e conservate.
Tre è il numero più piccolo con la capacità di creare uno schema. Due non sono abbastanza, mentre quattro possono sembrare esagerati.
L’uso di uno schema basato sul tre dà ritmo alla tua scrittura mantenendo il ritmo in movimento.
In breve, i nostri cervelli sono attratti da triadi.
Le nostre più antiche storie orali e raccontini per bambini contengono tre personaggi.
- Tre orsi
- Tre piccoli porcellini
- Tre scimmie sagge
- Tre civette sul comò
Anche Cenerentola fa parte di un trio. Con due brutte sorellastre, Cenerentola è la terza figlia della famiglia.
La ripetizione di tre aggettivi crea un ritmo piacevole che si ricorda facilmente dando alla tua scrittura un ritmo naturale.
- Alto, scuro e bello.
- Sangue, sudore e lacrime.
- Mente, corpo, spirito.
Spesso gli slogan pubblicitari utilizzano tre aggettivi per risuonare con i potenziali acquirenti.
- Just do it (Nike)
- Liscia, gassata o Ferrarelle?
- Crudo o cotto? Granbiscotto
- Silenzio, parla Agnesi
- Altissima purissima Levissima
La Regola del Tre è ovunque, in agguato in tutti gli aspetti della nostra vita.
- Misuriamo il tempo in tre grandi categorie: passato, presente e futuro e oggi, ieri e domani;
- Nella religione puoi trovare la Santissima Trinità, i tre corpi di Buddha, persino la triplice natura dell’uomo;
- I geni esaudiscono sempre e solo tre desideri;
- Sasso carta forbici.
Non c’è niente di casuale nell’uso del numero tre all’interno della cultura umana: gli scrittori e i più grandi comunicatori hanno da sempre sfruttato questa tecnica.
Se vuoi che la tua storia lasci un impatto, usa la Regola del Tre.