Eugenio Montale è stato tra i massimi poeti italiani del '900.
Già dalla prima raccolta Ossi di Seppia del 1925 fissò i termini di una poetica del negativo in cui il "male di vivere" e la speranza di un futuro sereno si battono tra le righe delle sue poesie.
Ho trascorso un week end alle Cinqueterre dove il poeta era solito trascorrere le vacanze sin da ragazzino.
Nelle sue poesie è forte la presenza della Natura selvaggia di questi posti, una natura fatta di mare, vento, animali, fiori.
Mi risulta difficile pensare che in questo paradiso terrestre si possa mettere l'attenzione al lato pesante della vita, ma ancora di più mi diventa comprensibile come la temperatura interiore che ciascuno di noi ha determini anche la percezione di ciò che sta fuori di noi.
La nostra temperatura insieme alla percezione che ne deriva determina la realtà, in definitiva, che viviamo.
Come percepiamo gli ostacoli, le sfide, gli accadimenti ha come risultato la nostra esperienza di vita.
Quando vivo queste esperienze di comparazione di punti di vista tendo ad immergermi nel mondo di chi prendo ad esempio.
In questi due giorni mi sono "montalizzato", ne ho letto e ascoltato le poesie, ne ho studiato la vita: mi sono trovato in un orto, dal poeta tanto cantato sino a diventare il suo piccolo mondo da descrivere e raccontare.
Per capire qualcuno, o per avvicinarsi al suo pensiero, è necessario immergersi nel suo sentire.
Succede con un poeta dall'animo sensibile, può succedere con le persone che orbitano intorno le nostre vite, amici, compagni, clienti o collaboratori.
Quanto siamo immersi nei pensieri di chi ci sta davanti quando cerchiamo di comprenderne le reali esigenze, le argomentazioni?
Quanto di quella parola tanto in voga "empatia" abbiamo realmente nelle corde dell'anima?
Empatia una di quelle parole che comincia a darmi prurito perché utilizzata senza limiti e quindi abusata.
Le parole inflazionate annacquano il senso profondo delle loro etimologie.
Trovare le parole giuste è lo sforzo che ci viene chiesto per non cadere nella banalità e nella superficialità. Da individui nelle nostre vite personali e da brand che cercano la loro posizione nella testa dei consumatori.