'Vuoi sopra il cioccolato?'
'Normale il caffe'?'
'Gliela scaldo?'
No Si Si
Sono le tre domande che quasi quotidianamente mi sento rivolgere da zelanti donne e uomini dietro al banco. Quasi anticipando la fine della questione rispondo - come sopra - altrettanto zelante il più delle volte, altre volte in maniera frettolosa quasi mi si levasse ossigeno a dare risposte per me ovvie.
Sono tentato di dire 'il solito baby' ma non reggerei alla possibile controdomanda : ' e tu chi cazz sei !?'
Mi chiedo il perché di queste domande: il cappuccio nasce senza polvere di cacao sopra, il caffè se lo voglio macchiato lo faccio intuire mimando la mungitura di una mucca, il panino/pizza/bistecca li mangio a temperatura ambiente a meno che non siano conservati in una cella frigorifera e abbia desiderio di spaccarmi un dente.
A rifletterci bene sono centinaia le domande inutili con risposta scontata che ci orbitano intorno durante la giornata.
Tante domande evitabili che prendono il posto di domande potenti.
Il pensiero interiore viene costruito dallo scalpello delle domande. Più intelligenti sono più intelligente è il pensiero che ne deriva.
Chi domanda comanda.
Ma le domande succhiatempo e succhiattenzione assorbono silenzio. Quel silenzio a volte preparatorio davanti a una tazzina di caffè o a una tazzina di vita.