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Mr INK

La prima volta che mi chiamarono in questo modo fu durante una telefonata. Era un potenziale cliente sudcoreano, ci sentivamo via skype per una serie di gioielli che voleva realizzare. Non riuscendo a pronunciare Valerio … e immaginatevi Tagliacarne … preferì chiamarmi col nome del marchio che avevo creato qualche tempo prima : INK. Mi colpì … e mi colpì ancor di più il fatto che a pochi giorni di distanza una mia cliente storica utilizzò la stessa forma per presentarmi ad una persona incontrata nel suo negozio. “Le presento Mr INK … è lui che ha creato tutto questo” mostrando le collezioni presenti nel suo show room.

Il più delle volte sono gli altri a donarci degli elementi per scrivere le nostre storie e per capire chi siamo. Ci ho riflettuto e mi sono sentito addosso questo nome. Al di là del marchio creato era proprio l’inchiostro l’elemento che sentivo scorrermi dentro. Inchiostro usato non solo per regalare emozioni attraverso i gioielli né per raccontare storie ma inchiostro come simbolo della creatività pura che si può esprimere attraverso la creazione di una azienda o un flusso continuo di progetti e idee.

Quando si crea qualcosa, si struttura un progetto da zero i ruoli che capita di ricoprire sono molteplici. Alcuni li si manifesta bene, altri meno. Nella mia esperienza di creatore e sviluppatore so di avere fatto cose belle e di alto valore e so di aver compiuto errori. So di aver sviluppato creatività e competenze e nel contempo so di avere lacune di conoscenze e di altre competenze. Sono stato uno startupper, un brand manager, ho sviluppato campagne marketing, collezioni, servizi fotografici, operazioni di cobranding che al solo pensiero mi vengono le vertigini, ho collaborato con professionisti di alto profilo, ho strutturato linee di produzione, ho portato un’idea che mi è passata in testa a diventare una struttura di 13 persone che ho gestito per anni. Quando crei qualcosa di tuo o credi in quello che fai non ci sono orari, non ci sono inizialmente ruoli, si fa quello che si deve fare quando lo si deve fare. Col tempo poi ci si organizza sempre più e a volte in meglio.

Ma se è vero che ho ottenuto delle soddisfazioni ho anche vissuto l’altra faccia della medaglia : paura, fallimento, inadeguatezza, sfiducia. Sensazioni che con un po’ di lungimiranza, anche se è vero che le si eviterebbe volentieri, rendono l’esperienza più completa e maggiormente comprensibile e mettono le basi a futuri equilibri e misura.

Questo inchiostro fa parte di me, ma credo faccia parte di tutti. Quella tensione a creare, a mettere nero su bianco i progetti della propria vita e vederli germogliare e poi crescere sempre spingendo forte come un improvviso flusso di oro nero pieno di ispirazione.