Ti accorgi che il distacco arriva senza far rumore, come il vento che cambia direzione all’improvviso.
Non c’è molto da fare, perché opporsi, a volte, è peggio che lasciar andare.
Non è la fine a definire quello che siamo stati, ma ciò che resta nell’aria: un legame invisibile che sopravvive.
I legami sono strani: ci sopravvivono, continuano a vivere a prescindere dalla distanza.
Ogni addio – che sia una professione, una relazione, una città – in fondo, spalanca una nuova possibilità, un percorso che forse non avevamo considerato.
Forse il senso sta proprio lì: nel continuare a muoverci, anche quando abbiamo l’impressione di aver lasciato tutto indietro.
Qualcosa di noi rimane sempre, nei posti e nelle persone che ci hanno attraversato.