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Marchisio di Fabbrica

“C’è da fare un anello a un giocatore della Juve"

Da una parte della cornetta c’era una giovane ragazza impiegata da poco in una gioielleria di Torino, che si intendeva di calcio quanto il sottoscritto di ingegneria aerospaziale : dall’altra parte della cornetta c’ero io, cresciuto a pane, nutella e Platini.

L’anello era per il centrocampista della Juventus e della Nazionale Claudio Marchisio.

Fino ai 13 anni ho collezionato tutti gli album di calciatori Panini e non esagero se dico che conoscevo a memoria tutte le formazioni delle squadre (serie b compresa).

Come oggi i giocatori erano uomini che i ragazzini imparavano ad ammirare presto e non so se è un bene o un male.

I tempi sono cambiati da allora, l’intera società, il mondo del calcio sono profondamente cambiati.

Non si ascoltano più le partite con la radiolina, le maglie delle squadre non sono più di lana, non c’è più da aspettare 90° minuto per guardare i gol.

E che sia chiaro, non sta a me giudicare se sono cambiati in meglio o in peggio: semplicemente sono cambiati, come è nella natura di tutte le cose cambiare.

Ci sono delle figure nel mondo del calcio però che sono diminuite e che mi mancano le “bandiere”. “Bandiera” è un termine che si utilizza per indicare quei calciatori che militano per l’intera carriera sportiva o per gran parte di essa nella stessa squadra e che incarnano più di altri i valori del club : Zoff, Scirea, Del Piero, Buffon, i fratelli Baresi, Javier Zanetti, Bruno Conti e Totti, Paolo Maldini e altri.

Claudio Marchisio oltre ad essere un grande giocatore è una “bandiera”.

Le “bandiere” nel calcio e in altri ambiti sportivi o lavorativi sprigionano valore aggiunto. Sono intrisi di lealtà, attaccamento alla maglia, fede nel progetto, determinazione, forza di volontà, abnegazione, talento al servizio della causa comune : sono dei veri “esempi” che camminano e che tendono a seguire più i propri valori interiori che non le offerte del mercato.

Sono quei giocatori che se la propria squadra va in una serie inferiore ci rimangono e lottano per riportarla in alto ancora. Sono marchi di fabbrica.

Sono quei giocatori che dirò a mio figlio di prendere come esempio. Grazie Claudio per averci scelto e per avermi fatto sorridere ricordando quel bambino cresciuto a pane, nutella … e Platini.

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