Ero arrivato il pomeriggio prima, ancora un po’ spiazzato dal jet leg.
Nell’ascensore c’erano 5/6 tra donne e uomini cinesi che chiacchieravano tra loro guardandomi e sorridendo. Inizialmente mi sentii a disagio ma ad un certo punto della discesa anche un po’ inorgoglito perché uno di loro comincio a indicarmi e a dirmi sorridendomi a 634 denti, tanti ne aveva, ‘actor actor ‘o meglio ‘actol actol’.
Forse perché all’arrivo mi avevano fatto una serie di scatti di benvenuto - a me e ad altri 20 compagni di avventura - sta di fatto che per il restante viaggio discendente dell’ascensore ebbi cura di non far girare il badge con nome cognome, foto e logo dell’ICE (Istituto per il Commercio estero) così da vivere l’insperato upgrade professionale per qualche altro secondo e con l’illusione che ci fosse un red carpet ad attendere l’apertura delle porte scorrevoli.
Mi trovavo a Jimo vicino a Quindao, dove fanno la birra Cinese, ex insediamento tedesco : da qui l'idea di fare la birra in terra d'oriente e di costruire baite stile Foresta Nera sulle rive del Pacifico che dà sulla Corea del Nord.
Jimo sta a Quindao come Cinisello Balsamo sta a Milano. Questa è piu o meno la proporzione. L'unica differenza è che Quindao ha 9 milioni di abitanti in piu di Milano.
Per farla breve Cinisello Jimo ha 1 milione di abitanti. Un paesone per i loro numeri.
Per partecipare all’evento presso il Centro Congressi della città andai con dei gioielli incisi con ideogrammi.
Era appena arrivato il laser : si poteva incidere di tutto. In ogni alfabeto, ogni tipo di simbolo. Il laser andava in profondità e aveva risolto un problema importante... L'attecchimento dell'inchiostro. Sui gioielli a cera persa una volta fusa e trasformata in argento l'inchiostro scivolava via. Le trame del laser invece creavano un grip piu forte e affidabile.
Studiai per giorni le frasi piu' amate dai cinesi, i proverbi, Lao Tze e Confucio. Mi sentivo un samurai giapponese a casa di ospiti gentili e riguardosi.
I gioielli con le scritte in cinese non le guardarono proprio.
Acquistarono durante l'esposizione Gioielli con scritte in italiano. In diversi andarono a casa con al dito anelli riportanti nomi. Sono certo ci sia un Davide sull'anulare di una signora di Quindao e una Maria Elisabetta
dal dito importante sulla sinistra di un robusto uomo d'affari di Hong Kong e un logo di una falegnameria di Biassono attaccate alle chiavi di casa di una sorridente studentessa di Jimo.
Come l'inchiostro sulla nuova trama del laser così avevano maggiormente fatto presa il mistero di simboli nuovi e l'esotismo di caratteri sconosciuti.
Da allora quando vedo degli ideogrammi cino -nipponici tatuati sul bicipite o dietro al collo di qualcuno mi chiedo che nome di piatto tipico sia.