Mi è capitato di avere delle buone idee.
Idee spontanee, forti di alto potenziale e idee non buone anzi particolarmente storte.
Penso un po' come a tutti.
L'esecuzione di un'idea vale molto più dell'idea stessa perché è il modo per portare a terra il potenziale che sviluppa il vero valore.
Mi è capitato spesso di riflettere sulla natura delle idee, perché vengono ? da dove ? quale è il mio ruolo nel generarle?
Quelle che oggi riconosco essere delle buone idee sono nate solitamente dopo periodi di tensione emotiva o al contrario in momenti di assoluta spensieratezza. Quindi non c'è un termometro emotivo giusto.
Nascono mentre guido, come se il movimento delle ruote e il passaggio di paesaggi differenti aiutasse il movimento di sinapsi e neuroni, portandomi a credere che forse sarebbe meglio andare a vivere in un camper.
Nascono dopo aver fatto indigestione di input creativi : mostre, viaggi, chiacchiere, letture.
Come se tutto questo bolo di informazioni arrivasse al cervello e lo assimilasse in un processo prima di destrutturazione e poi di connessione delle parti.
Quando sento una idea il mio compito è non perderla di vista e alimentarla con attenzione poi fa tutto lei, mi porta altri elementi, si incastra con il passato, si proietta nel futuro, mi dice a chi rivolgermi. Io faccio ben poco ... sto solo in ascolto e cerco di non ostacolarla troppo nel suo compiersi.
Un'antenna in ricezione che deve badare a rimanere ben sintonizzata e a fare meno danni di interpretazione possibili.
Non siamo noi ad avere delle buone idee ma sono le buone idee che scelgono gli strumenti per potersi realizzare.