Qual è il ritmo del mio tempo interiore ?
Me lo chiedo spesso quando sento che le lancette dell’orologio vanno ad una velocità diversa della mia.
Secondi, minuti, ore, giorni, mesi che si rincorrono e poi scadenze, bilanci esistenziali da presentare, il 10 del mese, il 25 o la fine del trimestre.
Numeri da incastrare a date. Poi ricordo: sono un essere dotato di nervi, sangue, organi che si trova su un pianeta tondo che ruota su stesso ad una velocità di circa 1700 km/h senza fine e che il tempo che ci diamo è una convenzione.
E ricordo che per starci dentro in questa serie di convenzioni devo trovare prima un altro tempo: il mio.
Come un musicista che, per essere un asso dell’improvvisazione, deve sapere bene, ma bene, le basi della sua arte.
Allora rallento e vado più piano e lascio che le stagioni dentro si susseguano come quelle fuori.
Lascio che l’inverno si prenda il suo momento tra pensieri e emozioni gelide,che liberi pure il suo freddo sapendo che è solo l’inevitabile necessità prima di una nuova primavera e poi ad attendere l’azione matura dell’estate e la consapevolezza acquisita dell’autunno del mio essere per poi raffreddarmi nuovamente in un ciclo continuo e senza fine.
Ore, secondi e anni hanno la velocità e la lunghezza che noi diamo loro.